Maria Pia Michelini

Sono nata a Lucca, nel 1966, quando ormai i miei genitori, dopo tanti tentativi, avevano perso le speranze di avere un figlio.
Sono cresciuta… benino, potevo venir fuori peggio. Però fin da bambina ho sempre cercato l’amicizia con quelli come me, più… imbranati… meno brillanti… mi ci sentivo meglio.
E così, fin da ragazzina, mi sono occupata di chi aveva difficoltà fisiche o psichiche, sia tra amici e compagni di scuola, sia in varie occasioni di volontariato; erano i miei prediletti e da loro ho tratto tutta la forza, il coraggio e l’ironia che mi hanno fatto affrontare la mia vita fino ad oggi.
Alle scuole magistrali mi sono innamorata della psicomotricità, grazie al tirocinio, dove seguivo il lavoro di un’insegnante diplomata che la praticava con i bambini della scuola materna adiacente. Ne ho fatto argomento della tesina del diploma di maturità sperimentale.
Iniziata e abbandonata la facoltà di Pedagogia, che mi pareva sempre troppo teorica, ho avuto la fortuna di conoscere una Scuola per  Psicomotricisti, triennale, teorico/pratica, (sudata a suon di quattrini, lezioni nei week end, settimane intensive con lui e tante ore di tirocinio quotidiano, perché in Italia ancora non c’era una facoltà idonea). Così, nel 1996, ho conseguito il diploma di Psicomotricità Funzionale, presso la Scuola di Formazione per Psicomotricisti, riconosciuta e convenzionata con l’Università di Pau, (Francia), sotto la Direzione scientifica del Prof. Jean Le Boulch, con la tesi La sfida della psicomotricità di fronte ad un soggetto Down con tratti autistici.
Ho insegnato dapprima in scuole dell’infanzia private, (poi paritarie), mettendo in atto la psicomotricità non solo negli appuntamenti settimanali come viene fatta nelle scuole, ma soprattutto come forma mentis che ha caratterizzato me stessa e il mio agire nella quotidianità scolastica, nella consapevolezza del valore del movimento come fondamento inequivocabile per lo sviluppo e la crescita del bambino e di ogni suo apprendimento e competenza. Orgogliosamente “fissata” -come qualche collega, negli anni, mi battezzava- non ho mai saputo lavorare in un altro modo, facendone anche occhio particolare e metodologia di inclusione per tutti quei bambini, certificati o meno, che affrontavano faticosamente la giornata scolastica e
la vita a casa.
Contemporaneamente ho potuto curare progetti pomeridiani di  psicomotricità in alcune scuole primarie o organizzati da Associazioni locali in palestre scolastiche.
Per difficoltà burocratiche, nel 1990 mi sono licenziata da una scuola paritaria e sono stata assunta subito da un’associazione di famiglie con figli con disabilità psico/fisiche e/ relazionali, l’ANFFAS.
Per tre anni ho assistito questi bambini e ragazzi affiancandoli a scuola o in servizi domiciliari, finché sono rientrata nel sistema scolastico,  finalmente statale, dove continua la mia avventura.
Nel 2013 ho conosciuto Nuni Burgio, ad un incontro dedicato alle famiglie di bambini e ragazzi autistici.
Per me, quel giorno, è accaduta una… folgorazione! Non scherzo! In quella sala, seduti, come lei, a terra su materassini o coperte, le sue parole scendevano in me come perle, goccia dopo goccia, coinvolgendo emozioni e riflessioni che venivano a galla senza freni. Potrei precisare: non l’ho conosciuta, l’ho riconosciuta, in “saperi” che non erano solo scientifici, ma anche esperienziali e vitali. Rivedevo me e quelle facce, quel bambino, e quell’altro, che non aspettavano che quella ricchezza come risposta al suo muto grido di aiuto! I suoi appuntamenti a Lucca hanno nel tempo coinvolto anche la scuola, in percorsi di Sviluppoformazione per insegnanti, e il mio essere una maestra si è rinnovato e potenziato grazie a questa ricchezza che quotidianamente posso vivere insieme ai miei alunni della Scuola dell’Infanzia. Nel 2018 ho potuto partecipare anche alla giornata di formazione presso INPP Italia, per insegnanti.
Una nuova strada, quella con Nuni Burgio, che mi ha cambiato, facendomi sbocciare in tutto ciò che ancora non era venuto fuori. In particolare, un’attitudine e una passione che dormiva sotto sotto, quella per la scrittura, che ha preso il posto del teatro e della recitazione.
Ho registrato quattro audiolibri nel progetto “Voci Leggere” con Unicoop Firenze per i non vedenti e continuo la collaborazione con l’Unione italiana Ciechi e Ipovedenti, attraverso letture settimanali insieme ad altri lettori e lettrici,  su sala telefonica, nel progetto “Pronto, chi legge?”
Co-fondatrice dell’Associazione culturale Nati per scrivere, nei miei racconti, romanzi e filastrocche, non ho potuto fare a meno di mettervi le mie certezze, e continuo a scrivere per regalare anche in questa forma,
quello che ho ricevuto e ricevo dall’esperienza del Fisiosviluppo.
Per chi lo desidera, ecco i miei contatti:
 
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Pubblicazioni:
Zena la nuda (Panesi edizioni)
Tito il dito e L’alieno scoppiettante (Nps edizioni)
La meccanica delle vite possibili (Nps edizioni)
TE LE DICO E TE LE CANTO un bambino che cos’è
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